Benvenuto, benvenuta ne “La via delle Sfumature”. Ti spiego in breve come è strutturato questo sito. Qui nella pagina della Home troverai una presentazione de La via della Sfumature. Ci sono poi altre pagine che vedrai elencate nel menu a tendina centrale: ” Aut”side con Christian, Libri & Lettera”cura”, Meditazioni, Il teorema della creatività. A ciascuna pagina corrispondono delle sotto categorie, i rispettivi blog – basta cliccare sulla freccia accanto alla pagina – in cui sono raggruppati gli articoli che ho pubblicato e che andrò pubblicando di volta in volta, tutti accomunati dalla sottile arte di rompere gli schemi.
COS’È LA VIA DELLE SFUMATURE

Benessere come verbo
Benessere per me non è un sostantivo, perché il sostantivo, in quanto tale, “sosta”. Benessere è un verbo, perché il verbo è azione, movimento. E il primo passo da fare per benessere è… fare un primo passo, letteralmente. Prima un piede, poi l’altro… muoversi, camminare lungo la Via delle Sfumature, per giungere poi al civico 360, la meta.
Trecentosessanta è la gradazione dell’angolo giro – sappi che per me la matematica è un’opinione, anzi, per l’esattezza una metafora -, dicevo, trecentosessanta è la gradazione dell’angolo giro, l’ampiezza che consente di guardare in ogni direzione senza limiti. E io ho cominciato a desiderare di fare lo stesso: ampliare il mio sguardo, accogliere ogni prospettiva, contenere tutto il possibile. Ed ecco il famoso benessere a 360 gradi, il benessere dell’angolo giro. Cioè, ti basta… “girare l’angolo” della solita strada che percorri tutti i giorni, imboccare la Via delle Sfumature e dirigerti verso la migliore versione di te, che si trova proprio a quel civico 360. Girare l’angolo vuol dire che da un momento all’altro puoi cambiare prospettiva, dare un significato diverso alle cose e rompere gli schemi – solo quelli, mi raccomando!-. È importante aumentare la tua ampiezza – ad eccezione di quella fisica, s’intende! -.
Acuto, retto, ottuso, piatto e infine, giro. Questi sono gli step, le gradazioni della tua vita, le cosiddette sfumature, strettamente correlate alle tue emozioni, ai tuoi pensieri, al tuo modo di parlarti, di usare le parole, di raccontare e raccontarti la tua storia.
A volte sei acuto, a volte ottuso, in certi casi retto, raramente piatto… Ma difficilmente “giro”, se non risvegli il bambino che è in te, e non riprendi possesso della tua immaginazione.
Ora, per esempio, in quale sfumatura ti riconosci? Qual è la tua gradazione in questo momento?

Corpo, mente, cuore e anima si fermano a 180°. Ma se prendi un po’ l’uno, un po’ l’altra, e un po’ l’altro e l’altra ancora, e li svisceri, li frammenti in tante sfaccettature, mescolando il tutto, ne ricaverai tante colorate “sfumature”, raggi di luce che hai emesso alla nascita, insieme al tuo primo vagito. Facci caso, le sfumature sono ovunque: nei colori, nelle immagini, tra luci e ombre (vista)… Nella voce, nella musica, nei suoni, nelle parole (udito)… tra sapori e fragranze (gusto, olfatto), persino tra granelli di sabbia e stoffe di velluto (tatto). Insomma, trovi le sfumature in tutti i sensi, quelli che conosci – i famosi cinque – e quelli che devi ancora scoprire – inclusi i sensi unici e i doppi sensi -. La caratteristica delle sfumature è che non si identificano con qualcosa di preciso. Nel momento esatto in cui definisci qualcosa, quel qualcosa viene intrappolato, limitato, de-finito, racchiuso tra confini, appunto, e non può esprimersi in tutta la sua bellezza.
Sfumato, invece, è qualcosa di flessibile, di malleabile, aperto al cambiamento. E noi esseri umani siamo così, sfumati, è la nostra natura, solo che non ne siamo consapevoli. Vogliamo a tutti i costi definirci, etichettarci, rimanere intrappolati all’interno di limiti e credenze. Ma in realtà, nell’arco di tutta la nostra vita non siamo mai sempre gli stessi, cambiamo, è fisiologico, inevitabile, e avviene senza che ce ne accorgiamo. Ma allora, perché non cambiare anche con consapevolezza?
Ognuno di noi ha una storia alle spalle, anche tu ne hai una, nel senso letterale del termine. Cammini ogni giorno con il peso della tua storia.
Sei ciò che hai vissuto, sei tu stesso, tu stessa tua storia. E hai la sensazione di dover proseguire il tuo cammino con questo carico sulle spalle fino alla fine.
Eppure, è una storia e, poiché è tale, hai la possibilità di cambiarla, persino di riscriverla, perché ne sei l’autore, l’autrice, solo che non lo hai mai saputo. Anzi, fino ad oggi hai creduto che siano stati altri a scriverla per te (famiglia, amici, insegnanti, la società).
Ecco a cosa serve, allora, fare una bella passeggiata per la Via delle Sfumature, a riscoprire chi sei, a riscoprire che sei tu l’autore, l’autrice della tua storia. Puoi cambiarne i personaggi, i luoghi, puoi cambiare ciò che accade. E se il protagonista – cioè tu – non ti piace, cambialo!
Cosa ti occorre per cambiare la tua storia? L’immaginazione. E sappi che la tua immaginazione è più reale di quanto tu possa immaginare. Pensi di non averne? Non è così, tutti ne siamo dotati, per il semplice fatto che siamo degli esseri pensanti. Pensiamo, sempre, spesso, troppo, ma pensiamo. Cogito ergo sum, diceva qualcuno ( vai alla pagina IL TEOREMA DELLA CREATIVITA’ dove approfondisco meglio questo concetto).
L’mmaginazione di cui parlo è un’immaginazione consapevole, una specie di potere che hai già dentro, anche se non lo sai, e che ti porta a raggiungere il benessere a 360 gradi.
Benessere, un verbo da coniugare con la tua vita. Girare l’angolo come un angolo giro. Ho stravolto la grammatica e la matematica, lo so, ho rotto degli schemi. Ed è questo ciò che accade a chi percorre la Via delle Sfumature: un rompimento costante di… schemi.
E invito anche te a fare lo stesso. Sfùmati, spogliati dell’armatura rigida che ti ha dato la società, e riemergi dalla massa. Noi esseri umani siamo emozioni viventi, siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i colori, la musica, i profumi… siamo sfumature. E sono le sfumature che donano bellezza al mondo.
Perché Abilmente diversi?
Se vai a leggere la mia storia, capirai perché ho coniato questo termine.
Tutto parte dalla parola disabilità. Il suffisso – dis ha un’accezione negativa, perché, in questo caso, indica una mancanza. Infatti, disabilità vuol dire “mancanza di abilità”.
Da disabile, poi a diversamente abile, per essere più inclusivi, sì perché devono essere loro, i diversamente abili ad essere inclusi nell’Universo dei Normodot, i normali.
Per me l’inclusione, invece, funziona al contrario. Da diversamente abile ad abilmente diverso. Sono i normali che devono essere inclusi nel Di-verso degli Abilmente diversi.
Diversamente abile vuol dire che, poiché per natura non si posseggono determinate abilità che, invece, secondo i canoni della normalità, si dovrebbero possedere, allora si punta su “altre” abilità, se ci sono, su abilità “diverse”, appunto
“Abilmente diverso” invece, è un termine che porta a un’azione, a un fare al fine di distinguersi. Ci vuole impegno, allenamento e volontà per essere diversi, per distinguersi dalla massa. Ed essere abilmente diversi è una scelta di vita.
Se hai letto la mia storia, io apprendo ogni giorno da mio figlio Christian che è abilmente diverso. E abilmente diversi possiamo esserlo tutti, perché essere tali vuol dire imparare a rompere ogni giorno gli schemi per raggiungere la migliore versione di noi stessi, quella di cui ti parlavo prima e che si trova al numero 360 della Via delle Sfumature.
Mio figlio fa terapia, spesso per i disabili è prevista, ma io sono dell’idea che tutti abbiamo bisogno di terapia.
Stacchiamoci per un attimo dal concetto di terapia legato a quello di malattia.
Terapia è qualsiasi cosa ci aiuti a stare bene. Io qui la chiamo terapia del fantastico, in quanto ho scoperto il potere terapeutico dei libri – e non mi riferisco solo alla passione per la lettura -. I libri sono una fonte di benessere perché contengono parole-cura, frasi-cura sotto forma di messaggi che ci arrivano dal presente e dal passato.
Perché proprio terapia del fantastico?
Mercoledì Addams è una “stramba”.
Harry Potter un mago incompreso dai Babbani.
Frodo un Hobbit, piccolo e basso con i peli sui piedi.
I ragazzi di Miss Peregrine, bizzarre creature.
Peter Pan un eterno bambino…
Tutti diversamente abili, o forse sarebbe meglio dire “abilmente diversi”. Nei fantasy tutto è possibile, nei fantasy c’è inclusione, ma non se ne parla, forse perché non è mai stata messa in dubbio al punto di doverne parlare. Nei regni fantastici tutto è “normale”, e se in principio non lo è, presto lo diventa. È normale volare, è normale sparire, è normale trasformarsi, è normale non essere normali.
All’inizio, queste persone vengono rifiutate dagli altri, dai normali – i Babbani di Harry Potter, per esempio -, proprio perché diversi. La loro diversità è motivo di esclusione, di emarginazione. Ma poi, accade qualcosa che ribalta la situazione. I “diversi” – e coloro che gli vivono accanto, i caregivers – scoprono di avere dei poteri o delle caratteristiche fuori dal comune che li rendono, appunto, diversi. E così, ciò che era motivo di frustrazione diventa una ricchezza, un dono raro. Il punto debole, il limite diventa forza. “Quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10).
Per questo amo i Fantasy e li ho sempre amati, sin dal 1986, anno in cui imparai a leggere. Poi nel 2014 arrivò Christian e fu allora che compresi l’importanza di quei romanzi. Essi mi avevano istruita, preparata alla nascita di questa creatura così particolare.
E ancora oggi continuo a leggere fantasy, a scriverne pure, e a viverci dentro come non mai.
E la realtà? La realtà ha bisogno della fantasia.
“Non può esistere la fantasia senza un briciolo di realtà; non può esistere la realtà senza un pizzico di fantasia. È quel briciolo che dà sostanza; è quel pizzico che dà sapore.”
Per questa ragione, il fantastico, non è presente solo nei romanzi fantasy. Lo troviamo anche in altri generi ogni volta in cui ci imbattiamo in storie di personaggi – anche secondari o persino solo accennati – che fanno delle scelte che li portano a grandi cambiamenti nella loro vita, rompendo così gli schemi e, di conseguenza, iniziando a vivere sopra le righe. Si pensi a Jean Van Jean de I Miserabili di V. Hugo, per esempio.
Ma non solo. Il fantastico è anche in quei personaggi che riescono a sorprendere gli altri, a spiazzarli con il loro modo di fare o di non fare, con il loro modo di parlare o di stare in silenzio… (L’arcivescovo di Digne, sempre ne I Miserabili, o anche Cesare, il protagonista de La tentazione di essere felici).
La terapia del fantastico, quindi, riguarda la latteratura in generale, per questo l’ho ribattezzata Lettera”cura”(da’ un’occhiata a Biblion – Libri e Lettera”Cura”).
Ma terapeutica può essere davvero ogni cosa, se inizi a guardare la realtà che ti circonda con occhi diversi, con gli occhi di chi vuole rompere costantemente gli schemi.
Rompere gli schemi vuol dire spiazzare te stesso e gli altri, cambiando una o più abitudini, modi di fare e modi di dire, sostituendo le parole che sei solito usare ogni giorno con altre, nuove… Vuol dire scegliere di girare l’angolo e guardare tutto da un’altra prospettiva. Rompere gli schemi è un’arte, quella della semplicità, perché, se ci fai caso, la semplicità spiazza, sempre.
Per noi, esseri umani normali, è complicato semplificarci la vita, tanto quanto è semplice complicarcela. Siamo artisti in questo. Allora, dobbiamo apprendere l’arte opposta, quella della semplicità.
Come dicevo, tutto è terapia: la danza, il canto, la scrittura, i libri, l’arte in tutte le sue forme. E ancora: guardare l’alba o un tramonto, fare sport, leggere un libro, stare in buona compagnia, mangiare cibi deliziosi…
Sono cose che già fai, ma se attribuisci loro il ruolo di “terapia”, vedrai tutto sotto un’altra ottica.
Anche attività noiose come lavare piatti, spolverare, rimettere a posto, fare la spesa… , o persino relazioni che consideri tossiche o in generale, negative, possono essere terapeutiche. Sì, anche un fallimento può essere terapeutico, perché ti spinge a cambiare, a cercare un modo per uscirne, per rialzarti. E allora un’ esperienza negativa diventa opportunità. Per questo dico che tutto, ma proprio tutto, può essere terapia.
Ma cos ‘è la terapia? Non è altro che allenamento, esercizio. Quindi, allenati a rompere gli schemi, a cercare gli angoli da “girare”… Ma per farlo, occorre sbloccare qualcosa che ti impedisce di vivere pienamente l’unico momento eterno che hai, il presente: sto parlando della creatività, della fantasia e dell’immaginazione di cui tutti siamo in possesso, anche chi crede il contrario.
Una volta che ti sarai allenato/a, rompere gli schemi sarà diventata un’abitudine, quindi, continuerai a praticare. Allora la terapia si trasformerà in yoga, il fantasyoga.
I limiti sono punti di forza che ci trasformano in militi.
Sta a noi riconoscere e accettare i nostri punti deboli, i limiti, perché solo così questi potranno diventare punti di forza, che ci permettono di trasformandoci in militi, guerrieri che affrontano la vita, che rompono gli schemi dell’Uni-verso, per creare il Di-verso. Ed è qui che si trova la Via delle Sfumature.
Lungo questo percorso imparerai a raccontarti la tua storia. Riscriverai la tua storia, giocando con le parole – limiti/militi -, inventandone di nuove, cambiandone i significati. Riscrivere la tua storia ti aiuta a soffermarti sulle parole che usi di solito e a trasformarle lì dove necessario.
“Trovare la parola salvatrice non può genio, né elfo o animale. Solo d’un libro siamo personaggi, facciamo ciò per cui ci hanno inventati, e tra noi non può re, non posson saggi, far sì che il male venga allontanato. Siamo figure e sogni di una storia, solo così possiamo essere e siamo. Non abbiamo passato, né memoria, creare il nuovo noi non lo possiamo. Ci sono oltre Fantàsia dei potenti, nel regno detto Il mondo del di fuori , laggiù le cose sono differenti, quelli sì sono ricchi, quei signori! Sono detti laggiù Figli d’Adamo, gli abitanti del terrestre impero, e figlie d’Eva son, genere umano, veri fratelli al solo Verbo vero. Fin dall’inizio venne loro data quella stupenda facoltà creatrice, per cui da sempre essi hanno portata nuova vita all’infanta imperatrice”. (La Storia infinita)
Siamo noi i potenti di cui parla il testo, sei tu, l’unico, l’unica che possa trovare la parola salvatrice, perché tu, uno dei potenti del regno detto il mondo del di fuori, sei dotato, sei dotata, di una stupenda facoltà creatrice. E l’infanta Imperatrice non è altro che il bambino che hai dentro, cui devi portare nuova vita, attraverso la parola salvatrice. Questo bambino rappresenta l’origine della tua creatività, che hai solo bisogno di sbloccare, o meglio, di risvegliare (leggi Il bacio della consapevolezza e il bacio del risveglio).
La creatività ha solo bisogno di essere ispirata, ha solo bisogno di essere intuita (Intuiti cards, by Sefirot edizioni).
E quali sono gli strumenti per sbloccare/risvegliare la creatività?
Ce ne sono vari: le parole, la scrittura, l’ironia, i libri, lo sport, giochi di parole e di creatività, consigli, riflessioni, esercizi, romanzi e realtà, ogni cosa è un mezzo per risvegliare il bambino che è in te, basta solo cambiare sguardo…
Per chi è La Via delle Sfumature?
Per i Caregivers, i disabili e tutti coloro che si sentono “diversi”. A pensarci bene, tutti siamo caregivers perché caregiver vuol dire letteralmente “donatore di cure”. E tutti ci prendiamo cura di qualcuno o di qualcosa. Dunque, tutti possiamo diventare Abilmente Diversi. Perché la diversità è una scelta.
Allora, respira tra le pagine, cambia le parole, vivi sopra le righe. Sii abilmente diverso!
“I salti di qualità puoi farli in avanti e anche indietro.
Infatti, non sempre è errato tornare indietro. Puoi farlo per prendere qualcosa che hai dimenticato, o per tornare sui tuoi passi che reputi essere migliori rispetto agli ultimi, oppure puoi tornare indietro per lasciare lì alle tue spalle qualcosa di cui non hai più bisogno, o che ti ostacola nel tuo avanzare. O, ancora, puoi tornare indietro per risvegliare il bambino che sei e che si è addormentato quando hai creduto di essere cresciuto”.
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Citazione di un Cavallo degli Scacchi
